Carnevale e la poesia di Gianni Rodari dedicata alle maschere

Arlecchino, Pulcinella, Brighella, Pantalone… Le maschere della tradizione regionale italiana e la loro caratterizzazione ci strappano un sorriso nella filastrocca del carnevale

 

Buon carnevale a tutti! Oggi nei giorni in cui si celebra il carnevale è facile imbattersi in bambini e adulti che indossano maschere di ogni tipo, con i supereroi tra i più amati.

In realtà, nella tradizione regionale italiana, possiamo trovare delle maschere molto interessanti, ognuna risalente al Teatro dell’Arte, alla Commedia, alla tradizione dei burattini o, addirittura, che nacquero in epoca romana.

Personaggi carichi di significato, poiché in ognuno di essi si celano le tradizioni di una determinata regione e, a dire il vero, anche qualche luogo comune.

Per sapere qual è la maschera tipica della propria regione, ecco una bella cartina realizzata da Pianeta Bambini.

Carnevale e la poesia di Gianni Rodari dedicata alle maschere

 

Il vestito di Arlecchino, poesia di Carnevale di Gianni Rodari

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduja, una Brighella.

Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.

Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.

Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
“Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta!”.