Allarme Disagio alimentare giovanile
Tra menu improbabili e mancanza di educazione alimentare, i giovani stanno vivendo un vero e proprio rapporto conflittuale con il cibo.
Il disagio alimentare giovanile rappresenta un problema sempre più evidente, con molti giovani che sviluppano un rapporto conflittuale con il cibo a causa di abitudini alimentari scorrette e una mancanza di educazione in questo ambito. I problemi derivano dalla mancanza di supporto e ascolto da parte di famiglie e istituzioni.
Questa mattina, più di 50 studenti dell’istituto Leopoldo Pirelli di Roma, accompagnati dalla dirigente scolastica Cinzia Di Palo, hanno partecipato a un incontro con specialisti e rappresentanti istituzionali per discutere e proporre soluzioni, tra cui la Proposta di Legge n. 133 del 12 febbraio 2024 “Disposizioni volte al miglioramento dei percorsi di cura e presa in carico assistenziale delle persone con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”. Questa legge, promossa come prima firmataria da Edy Palazzi, consigliere della Regione Lazio, e sostenuta dalla consigliera Capitolina Francesca Barbato, mira a migliorare i percorsi di cura e assistenza per le persone con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
L’evento è stato organizzato grazie all’attivismo di Legal Love, un progetto dell’avvocato Marina Condoleo e della presidente dell’Associazione Road to green 2020 Barbara Molinario, con il supporto dell’Associazione consumatori Consumerismo. Relatori scientifici sono stati la dottoressa Daniela Veneruso, Dirigente Psicologo ASL Roma 3, e il dottor Alberto D’Argenio, Dirigente Psichiatra del Policlinico Tor Vergata di Roma. Il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele, ha moderato l’incontro.
L’obiettivo principale dell’iniziativa è sensibilizzare e proteggere i giovani dai modelli estetici irrealistici diffusi sui social media, che possono contribuire allo sviluppo di disturbi alimentari. Questi disturbi sono considerati una vera e propria emergenza sanitaria, con oltre tre milioni di persone colpite in Italia e decine di milioni nel mondo. La pandemia ha aggravato la situazione, con un aumento dei casi stimato tra il 30 e il 35% e un abbassamento dell’età di insorgenza dei disturbi.
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