Giornata mondiale dell’orso polare, ma in Antartide ci sono 20,7°

 

Il 27 febbraio si celebra la Giornata Mondiale dell’orso polare, il più grande mammifero carnivoro terrestre. 

Un animale maestoso, di cui oggi se ne contano tra i 22 e i 31.000 esemplari nel mondo, classificato tra le specie vulnerabili della lista rossa dello Iucn, l’Unione internazionale per la conservazione della natura.

L’habitat dell’orso polare è fortemente a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Nei giorni scorsi, infatti, in Antartide sono stati raggiunti i 20,7 gradi centigradi. Una temperatura impensabile per quella che dovrebbe essere una delle aree più fredde del pianeta. L’allarme era scattato già nella settimana precedente, quando erano stati registrati 18,3 gradi centigradi.

Due episodi così ravvicinati non possono essere certo considerati un unicum, e hanno destato ancor più clamore per il distacco di un enorme iceberg di ben 300 chilometri quadrati dal ghiacciaio Pine Island.

Se non si interverrà prontamente e in modo concreto in tutto il mondo per avviare politiche volte al contrasto del surriscaldamento globale, entro il 2050 avremo una riduzione del 30% della popolazione degli orsi polari e di moltissime altre specie animali. Basta pensare che negli ultimi 50 anni, il numero dei pinguini si è ridotto del 77%.

La sopravvivenza dell’orso polare, così come quella di moltissimi altri animali, è strettamente legata alla preservazione del suo habitat naturale. – Ha dichiarato Barbara Molinario, Presidente di Road to Green 2020 – Negli ultimi 30 anni, la non curanza per il rispetto dell’ambiente manifestata dall’uomo ha provocato l’innalzamento delle temperature medie in ogni parte del mondo, modificandone gli ecosistemi. Dal 1987 al 2017, in appena 30 anni, è stata registrata una diminuzione del 30% del numero degli orsi polari che vivono in Canada, un’area geografica che raccoglie circa il 60% degli esemplari di questa specie. Il 30% in appena 30 anni! Nonostante la nascita di moltissimi movimenti e associazioni, le numerose manifestazioni e gli appelli gridati a gran voce anche da personaggi noti, come Leonardo Di Caprio e Greta Thunberg, ancora non si sta facendo abbastanza. È ora di correre ai ripari. Siamo sempre più vicini al punto di non ritorno e non possiamo più permetterci di perdere altro tempo prezioso”.

Di Alessia Piccioni