Le grandi megalopoli unite per il clima

Già in questa settimana avevamo parlato di uno dei recenti effetti del progressivo surriscaldamento della temperatura degli oceani mostrandovi appunto gli effetti che questi avevano avuto su Larsen C.

La calotta Antartica non è mai stata così piccola nei precedenti 11.700 anni. Numeri che fanno riflettere specie dopo il G20 di inizio Luglio che comunque non segna certamente una svolta significativa nel cammino alla lotta climatica.

Nell’occasione del G20 ben 46 sindaci di differenti megalopoli in giro per il mondo hanno firmato congiuntamente una dichiarazione che spingerebbe i rappresentati globali a cambiamenti radicali in un lasso di tempo breve.

La dichiarazione è stata firmata proprio antecedentemente al 7 e all’8 luglio per richiedere azioni tempestive e aumentare gli sforzi collettivi per la lotta al surriscaldamento globale. La petizione che ad oggi si è chiusa con circa 60.000 sostenitori è stata una piccola vittoria che ha visto presentare la carta alla manifestazione mondiale. 

L’iniziativa è a favore degli accordi di Parigi di cui abbiamo parlato nell’occasione in cui Trump rivelò uno scarso interesse nella pratica ambientale sostenibile, escludendo gli States da un eventuale accordo sul ridimensionamento delle energie moderne.

 

Sebbene i numerosi appelli non siano bastati a far dichiarare allo stesso Trump un marcia-indietro di necessaria ufficialità, sono tante già le associazioni, università, classi sociali, e municipalità a lavoro perchè negli Stati Uniti vengano abbassati i consumi odierni di idrocarburi e altre forme di energia ad alto rischio ambientale. Tutte queste categorie di persone hanno deciso di creare un vero e proprio movimento il cui manifesto è chiaro: fare si che l’America possa tornare grande rispettando prima di tutto la Terra!

Il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi richiede un’azione senza precedenti: sono necessarie riforme urgenti in materia di energia, trasporto, cibo e rifiuti che investono in economie a basse emissioni di carbonio che creano posti di lavoro e migliorano la salute pubblica.

La ricerca da parte delle città dimostra che i grandi progressi verso questi obiettivi devono essere avviati entro il 2020, a partire da quando le emissioni globali avranno raggiunto il picco.

Dobbiamo lavorare insieme per salvare il pianeta. Mentre le città sviluppano flotte di autobus elettrici e i nostri cittadini scelgono di lasciare le loro auto inquinanti per veicoli elettrici, le nazioni devono garantire che il 100 per cento dell’elettricità verrà nel tempo prodotta da fonti interamente rinnovabili.

Lo sforzo più importante non sarà solo dare vita al cambiamento ma far si che questo diventi la norma in un domani molto incerto, in cui dovremmo necessariamente dare respiro alla nostra stanca Terra!

Editor: Michael Singleton

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