Una delle principali cause dell’inquinamento che porta ai cambiamenti climatici è rappresentata dai combustibili fossili che costituiscono l’80% nella produzione di energia elettrica.

Occorre considerare che per poter costruire i pannelli solari che forniscano energia pulita, si andrà prima o poi incontro alla scarsità dei materiali necessari alla loro realizzazione, quali cadmio e indio, senza dimenticare che le percentuali di funzionalità sono molto basse. Per ovviare a questi problemi, il settore del bio-solare sta conducendo degli studi mirati a sfruttare l’energia fornita dal sole attraverso materiali biologici.

In tal senso, la strada giusta per ottenere energia pulita e sostenibile potrebbe essere quella di ricorrere alla natura, e quindi a foglie, alghe o batteri. Nello specifico, i ricercatori stanno tentando di unire l’efficiente processo della fotosintesi alla tecnologia, per creare dei dispositivi ibridi che producano energia elettrica senza danni ambientali. Oltre all’idea di creare batteri geneticamente ingegnerizzati, sta prendendo piede la possibilità di creare pannelli solari del tutto naturali isolando una sostanza contenuta nelle meduse.

Gli scienziati del Bruce Lab dell’Università del Tennessee, che si occupano di questo tipo di ricerca, stanno cercando di capire come trasferire l’efficienza della fotosintesi alle celle solari dei pannelli. Il loro obiettivo è quello di identificare un materiale a base di clorofilla che sia in grado di produrre energia una volta “dipinto” su fogli di materiale trasparente. Ciò consentirebbe di creare pannelli che attraverso la luce del sole possano fornire elettricità utile a ricaricare apparecchi a bassa potenza quali luci a led o cellulari.

Tra i primi studi sulle potenzialità delle meduse come fonte alternativa di energia, bisogna ricordare lo scienziato svedese Zackary Chiragwandi, il quale sei anni fa ha isolato la loro sostanza fluorescente e, ponendola su un elettrodo di alluminio esposto alla luce ultravioletta, ha generato una piccola corrente elettrica. Inoltre, la sostanza che rende fluorescenti le meduse potrebbe fornire energia elettrica utile anche in campo medico, per la realizzazione di dispositivi che, all’interno del corpo umano, svolgano le funzioni dei nostri organi in parte danneggiati.

Editor: Daniela Giannace