La Nutella ora è ancora più buona: dagli scarti di produzione, una fibra innovativa

Ferrero, primo consumatore al mondo di nocciole, dai gusci scartati produce Axos, una particolare fibra

C’è un tesoro nascosto nei gusci della nocciola, si chiama Axos ed è un tipo di fibra prebiotica dai tanti effetti benefici“.

A dichiararlo in una nota stampa è Ferrero, il maggior consumatore di nocciole al mondo.

L’azienda ha avviato degli studi insieme ad università e centri di ricerca internazionali, per individuare come recuperare e riutilizzare gli scarti di produzione, che costituiscono la maggior parte del frutto.

I gusci, infatti, rappresentano il 50-55% del frutto, mentre le cuticole, circa il 2%

 

 

Non esistono dati ufficiali sull’effettivo quantitativo di nocciole utilizzate ogni anno dall’azienda, ma si stima che siano almeno 75 mila tonnellate.

Considerando che gli scarti del frutto rappresentano circa il 52-57%, ogni anno la Ferrero produce tra le 36 e le 43 mila tonnellate circa di rifiuti dalla lavorazione delle nocciole.

Oggi, invece, questo materiale organico potrà essere trasformato in qualcosa di nuovo e prezioso.

 

 

Abbiamo messo a punto un processo in grado di estrarre dal guscio il 20% di una fibra prebiotica molto interessante, l’Axos, che ha proprietà antiossidanti ed effetti benefici sul sistema immunitario, cardiovascolare e sul metabolismo dei lipidi”- Ha spiegato Roberto Menta, direttore nutrizione e sostenibilità Soremartec, società del gruppo Ferrero specializzata in Ricerca & Sviluppo. – “Ne bastano 2,2 grammi al giorno per avere effetti positivi. Un salto culturale che riguarda l’utilizzo delle risorse per creare innovazione e occupazione e che rappresenta la struttura stessa di quello che sarà la trasformazione dei prodotti agricoli e dell’industria alimentare”.

La cuticola delle nocciole, inoltre, contiene alte dosi di polifenoli. 

Queste sostanze sono fedeli alleate nella lotta ai radicali liberi, alle malattie metaboliche e alla degenerazione cognitiva.

I potenziali utilizzi sono ora al vaglio della Cambridge University e dell’Università di Parma.

La Ferrero, dunque, si sta impegnando attivamente per modificare il proprio processo produttivo in un’ottica di economia circolare. Una buona notizia per la salute di tutti e, soprattutto, del pianeta.