Nella puntata di martedì 10 gennaio ho avuto il piacere di conoscere Marco Berrettini, Consulente per Gruppo Ambiente Sicurezza S.r.l ed esperto in etichettatura ambientale degli imballaggi.

Spesso dentro i negozi di giocattoli, supermercati e tanto altro ci imbattiamo in prodotti rivestiti da materiali e imballaggi diversi, come carta e plastica. Ma siamo sicuri di conoscere il modo giusto per disfarcene?

Ebbene, al fine di aiutare le imprese italiane a fornire in maniera chiara e corretta le caratteristiche ambientali dei propri imballaggi, aumentando al contempo la consapevolezza dei consumatori rispetto al destino finale dei rifiuti, il MASE ha emanato il decreto di l’adozione delle “Linee Guida tecniche per l’etichettatura ambientale degli imballaggi”. Le indicazioni tecniche, ai sensi dell’art. 219 comma 5 del Dlgs 152/2006, sono entrate in vigore l’ 1 gennaio 2023 e sono il frutto del lavoro del gruppo tecnico avviato dal CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi,

Abbiamo parlato di questo e molto altro con l’ospite di oggi, Marco Berrettini.

Questa nuova normativa è una rivoluzione o è una cosa che ci aspettavamo da anni?

Rivoluzione no, perché chi di noi è andato ad acquistare qualcosa avrà notato la presenza delle nuove etichette nei prodotti. Fino all’anno scorso era volontaria, quindi alcune aziende lo facevano e altre no. Soprattutto non c’era uno schema fisso; ora, con le linee guida ministeriali, dovremmo essere in grado di sapere dove gettare un imballaggio rispetto ad un altro.

Si, è una chiara indicazione anche per il consumatore che, nel momento in cui acquista, non solo sa dove conferire quell’imballaggio ma sa anche di che materiale è fatto. Può in questo modo fare un acquisto consapevole.

Certo, in questo modo sapremo anche quali imballaggi sono biodegradabili, quali sono certificati rispetto alla percentuale di riciclabilità. Lo scopo è essere consapevoli rispetto a quello che compriamo.

Lo scopo è questo, informare il consumatore finale. La normativa richiede che il materiale di ogni parte dell’imballaggio venga specificata.

Si, tutte le parti che sono divisibili manualmente devono essere dettagliate, e l’indicazione potrà avvenire sia nella forma classica, stampata nell’imballaggio, sia in modo digitale, tramite Qr code.

C’è anche un’altra frase che viene stampata sotto a queste immagini: “Controlla le indicazioni del tuo comune”, perché?

C’è scritto perché in questo momento, pur avendo uniformità rispetto ai materiali degli imballaggi, la raccolta differenziata è ancora un pò frammentata perché fatta su base comunale, o meglio sugli ATO “Ambiti Territorio Ottimali”. In diversi casi, soprattutto in quelli dubbi dove c’è un imballaggio misto o che ha un percorso particolare, si preferisce inserire questa specifica. Penso al Tetrapak, ad esempio.

Che poi, il Tetrapak è necessario? Non può essere sostituito con altro?

Secondo me è preferibile la plastica, più facile da riciclare è richiede costi molto più bassi per la produzione.

Dovremmo tornare al riuso, auspicare a questo. Non buttare sempre la bottiglia, ma riutilizzarla.

Rispetto ai contenitori riutilizzabili è in atto una polemica, specialmente in ambito alimentare, nello specifico cibo da asporto. Che cosa sta succedendo?

Avere dei contenitori riciclabili, con maggiore precisione, è un passaggio intermedio. L’ideale è che l’imballaggio venga riutilizzato più volte. Legato a questo, ci sono dei problemi: i primi, legati a fattori igienici e logistici, per come gestire gli imballaggi che vanno e vengono. Poi c’è il problema che molte aziende hanno investito nell’ambito del recupero e riciclaggio, quindi è un percorso che va affrontato con gradualità. Bisogna trovare il giusto equilibrio.

Bisogna pensare in primis all’ambiente.

Sono quelle che gli economisti chiamano esternalità, una cosa lì per lì sembra più economica ma in realtà i costi aumentano a lungo termine.

Bisognerebbe sensibilizzare chi è disinformato sull’argomento.

Ma, per chi volesse seguire le iniziative tue e della tua Azienda, Gruppo Ambientale S.r.l, dove può trovarvi?

La cosa più semplice è cercare su internet il nostro sito Gruppo Ambiente Sicurezza. Chi fosse interessato può trovarmi anche su LinkedIn.

Come Ambiente Sicurezza abbiamo anche un’iniziativa insieme a Cobat, un Consorzio molto noto che si occupa di Economia Circolare, chiamata “Cobat Academy”. All’interno di questa teniamo corsi e webinar del settore.

Questo ambiente offre molti sbocchi lavorativi ed è sempre alla ricerca di nuove figure da inserire al suo interno.

Qual è stato il tuo percorso di studi?

Il mio percorso è stato un po’ contorto.

Nel 2004 ho fatto un corso di formazione, dopo la Laurea, finanziato dai Fondi della Regione, ho poi lavorato per 15 anni nel settore della gestione dei rifiuti speciali. Adesso sono un consulente, cerco di trasmettere tutto ciò che ho imparato negli anni.

A tutti coloro che vogliono inserirsi nel settore ambientale posso dire che questo è in grandissimo sviluppo, stiamo andando verso un mondo dove ci sarà sempre meno usa e getta e sempre più riciclo.

 

Con questo augurio, saluto il Chimico e Dottor Marco Berrettini.