La Collegiata di Angri “ritrova” il gruppo scultoreo danneggiato nel lontano ’43.

A Palazzo “Ruggi”, sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno si è tenuta l’illustrazione dell’avvenuto restauro, presentato il 12 Gennaio al Castello Doria di Angri.

Il 12 Gennaio, presso il Castello Doria di Angri si è assistito alla presentazione del restauro delle statue del portale della Collegiata di Angri. Un progetto illustrato a Palazzo “Ruggi”, sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno, al fine ricordare il gruppo scultoreo danneggiato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

All’indomani dell’8 Settembre 1943, dopo l’armistizio con gli angloamericani, fra il 22 ed il 27 dello stesso mese, gli Alleati dal Valico di Chiunzi, sui monti Lattari, cannoneggiarono la Valle del Sarno dove si trovavano le truppe tedesche in ritirata. Vittime della guerra furono uomini, donne, vecchi, bambini, ma anche monumenti e opere d’arte.

Nel cannoneggiamento del ’43 ad essere colpita fu anche la Collegiata di Angri che subì danni alla facciata ed al tetto. In quella occasione precipitarono a terra tre statue di marmo del 1540 che decoravano il lunettone del portale d’ingresso principale. Quelle statue sono state sempre considerate perse, rimosse dalla memoria collettiva locale ed ignorate dagli studi. In realtà del trittico scultoreo andò distrutta completamente solo la statua di San Giovanni evangelista. Le altre due, ossia la Madonna con Bambino e San Giovanni Battista subirono danni molto gravi. La Vergine ed il Bambino rimasero senza testa, mentre il Precursore perse un braccio e il naso. In verità, la testa della Madonna, completamente annerita, fu conservata dal primicerio. I corpi scolpiti, invece, vennero relegati in un cortiletto esterno a lato della Collegiata, dove rimasero custoditi contro le intemperie per molti decenni.

Dopo settantaquattro anni, i danni bellici alla Collegiata sono stati riparati, ma alcune delle statue del portale si immaginava potessero essere recuperate. Su di esse da tempo è stata posta l’attenzione della Soprintendenza in attesa di finanziamenti o progetti utili. Negli ultimi mesi, è stato avviato un processo di valorizzazione e di rivalutazione del territorio da parte dell’Amministrazione comunale di Angri. Al primo posto è stato messo il recupero del gruppo scultoreo.

Le preziose opere, grazie all’interesse dell’Associazione di volontariato Panacea, delle autorità religiose, dell’Amministrazione comunale e la Soprintendenza ABAP di Salerno, sono state messe a restauro dalla Ditta Atramentum, specializzata in recupero di manufatti lapidei artistici ed archeologici. Uno dei risultati più importanti è stato il recupero della piena visibilità del volto della Vergine che è stato riposizionato sul corpo della statua, riportando in vita una notevole opera d’arte della prima metà del Cinquecento napoletano.

Finalmente, si è arrivati alla chiusura definitiva della “pratica” dei danni bellici alla Collegiata di Angri e lo si fatto con una notevole operazione di recupero di una pagina importante per la Cultura figurativa del territorio e della storia dell’arte in Campania.

Editor: Alessandra Rosci