Cedimento del suolo: la subsidenza interesserà il 19% della popolazione

Entro il 2040, 1,2 miliardi di persone saranno interessate da un abbassamento del suolo fino a 28 cm all’anno, causato dall’attività dell’uomo

 

Subsidenza. Una parola che oggi conoscono in pochi, ma che entro i prossimi 20 anni potrebbe diventare ben nota a 1,2 miliardi di persone in tutto il mondo, circa il 19% della popolazione totale.

Con questo termine in geologia si indica il lento e progressivo abbassamento del suolo o dei fondali marini. Tra le principali cause del fenomeno figurano le attività umane, soprattutto se realizzate con scarso rispetto dell’ambiente, come l’estrazione di acqua dalle falde.

 

Cedimento del suolo: la subsidenza interesserà il 19% della popolazione

 

A lanciare l’allarme è stato un gruppo di ricercatori guidato dall’Istituto geologico e minerario spagnolo (IGME) che ha esaminato il fenomeno e le sue conseguenze a livello globale e non più soltanto locale, come avveniva in precedenza.

 

Subsidenza: il cedimento del suolo interesserà il 19% della popolazione

Subsidenza potenziale nel mondo – Photo credit: IGME

 

Secondo quanto emerso dallo studio, entro il 2040 potremo registrare un abbassamento del suolo che potrà essere anche di 28 centimetri annui. Il continente maggiormente interessato dal fenomeno sarà l’Asia. Qui circa l’86% degli abitanti potrebbero essere esposti alla minaccia.

 

Abbassamento del suolo: quali rischi comporta?

 

Le conseguenze della subsidenza sono molte e destano non poche preoccupazioni, soprattutto se consideriamo i cambiamenti climatici che aumentano i fenomeni metereologici estremi.

 

Cedimento del suolo: la subsidenza interesserà il 19% della popolazione

 

Come è facilmente intuibile, l’abbassamento del livello del terreno aumenta il rischio di inondazioni, in particolar modo per quelle zone che si trovano nelle vicinanze di fiumi e laghi, ma anche per le aree costiere.

 

Gli allagamenti, oltre a rappresentare una importante minaccia per l’incolumità di chi abita nelle regioni più a rischio, provocano gravi danni. Case, negozi, edifici, strade e infrastrutture, ogni cosa che venga travolta dall’acqua, rischia di essere distrutta, con ripercussioni economiche e sociali.