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Sono già milioni gli orti urbani operativi su tutto il territorio italiano che con il loro successo stanno contribuendo all’eliminazione sistematica del degrado nelle nostre strade.

Dopo tutte le polemiche scatenate dalle palme piantate in piazza del Duomo a Milano abbiamo voluto trattare un argomento dell’ultimo periodo per quanto riguarda l’alimentazione e il green lifestyle; i nuovi orti urbani.

In queste nostre nuove metropoli 2.0 dove il cemento regna sovrano e le infrastrutture soffocano il terreno, diventa quasi doveroso poter garantire al cittadino uno spazio che sia incontaminato. Una piccola oasi verde in mezzo ad un deserto ingrigito.

A tal proposito l’idea degli orti urbani è rivoluzionaria per gli ambienti in cui degrado e criminalità sovrastano il patrimonio di un certo contesto. Il progetto proposto e portato avanti da associazioni come Lifegate e Slowfood Italia si propone di fatto come una “scuola di orti” alla portata di tutti.

Orti urbani

Da dove iniziare?

L’inizializzazione del processo curativo delle aree verdi e di sensibilizzazione ha riscosso già incredibile successo in tutta la comunità. Si è partiti dai contesti aziendali, qui ai dipendenti è stato insegnato come curare la terra per la creazione di orti e aree verdi.

LifeGate insieme alle altre associazioni ha poi provveduto a spostare l’attenzione del progetto verso un contesto più familiare, passando per persone disagiate a bambini, dando opportunità di crescita personale e culturale.

Grazie allo sforzo di tali associazioni e volontari da tutta Italia è stato possibile rendere tali attività ad impatto zero una realtà consistente del territorio che vorremmo veder applicata ancora di più in contesti sempre maggiori.

L’aspetto formativo del progetto di diffusione di orti parte dal concetto base di bisogno di sensibilizzazione progressiva delle cittadinanza tutta. Imprescindibile deve diventare il rispetto per le aree pubbliche, senza il quale, qualsiasi opera di rivalutazione territoriale passerebbe inosservata diventando l’ennesimo futile progetto.

Editor: Michael Singleton

Visto su Fashion News Magazine

 [:en]Millions of operating urban orchards are already open among the major cities of the world. These kind of urban gardens are spread on the whole Italian territory as well, their success may be due to their contribute in the elimination of systematic degradation of our streets.

After all the controversy sparkled around the palm trees planted in Piazza del Duomo in Milan, we’d wanted to focus on how urban orchards alongside gardens and green squares can help people living the city in a more eco-friendly way.

In the new metropolises of our generations where concrete is the king and Infrastructure suffocate the soil, it becomes a must for the common sense sake to guarantee all the citizen a uncontaminated green area. A small green oasis in the middle of a gray densely-populated desert.

For our city environment it is also very fundamental to have some green especially where degradation and crime dominate the wealth of a certain context. The planning and design carried out by associations such as Lifegate and Slow Food Italy is to establish teaching programs and gardening courses that help people planting and taking care of their natural creations.

Orti urbani

Where and how should I start?

The initialization of the “healing process” for our cities has generated a positive feedback from all the community so far.  LifeGate together with other Associations of volunteers has shifted the focus of this ambitious project towards a more familiar context, the associations have started to include the weakest categories of the population tissue such as underprivileged children and homeless people, making them part of a group and making them feel useful to the cause. Because of these great efforts from these associations and volunteers from all over Italy it was possible to make such zero-impact activities a substantial reality for the soil.

We would like to see more of these kind of activities in the near future applied to even greater aspects and contexts. The sensibilization of the citizens is the beautiful and deepest meaning of this initiative as well as the need to make people meet more often and make them share time between them doing nice and useful activities rather than just posting statuses on the social.

The respect of the public space comes as a must, without whom, any territorial action of soil revaluation would pass unnoticed and yet would be another meaningless kind of idea.

Editor: Michael Singleton

Saw on Fashion News Magazine

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