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Marte è senza dubbio la prossima frontiera della Nasa e in generale dell’esplorazione umana. Abbiamo già visto infatti come anche altre agenzie private come SpaceX abbiano recentemente alzato il tiro e aumentato la posta in gioco sviluppando tecnologie sempre più all’avanguardia nell’esplorazione spaziale.

 

 

Puntare alle stelle è sempre stata la nuova prospettiva del nostro mondo contemporaneo, qualcosa che ci affascina talmente tanto come solo le favole  che ci leggevano da bambini sapevano fare.

Puntare allo spazio e ricercare forme di vita fuori dal nostro “spazio vitale” è forse il più chiaro segno di come la nostra società moderna tenda a voler comprendere come la vita funziona al di fuori del nostro ambiente e qual è, dopotutto, il suo significato.

 

Esplorare Marte è sempre stata più di un idea distopica, dopo diverse missioni sulla superficie rossa con i mitici Rovers la Nasa sta mettendo a punto un drone equipaggiato in maniera speciale per l’esplorazione aerea a bassa quota di Marte.

 

 

L’iniziativa è rivoluzionaria proprio per l’utilizzo di una versatile tecnologia come quella anche civile dei droni per la raccolta sul terreno e lo sviluppo di ricerche li dove non è possibile operare per il Rover principale.

 

La grande forza dei piccoli uccelli è nella loro alta manovrabilità, questi riescono infatti ad entrare in cave e canyon non ancora esplorabili da terra. La composizione della sabbia marziana verrà quindi compresa meglio attraverso una raccolta più precisa.

 

Il Drone è tenuto custodito nel Rover durante la fasi di atterraggio per poi uscire allo scoperto tramite dei supporti quando in fase esplorativa. Il drone può essere poi “richiamato” all’interno del suo supporto per stare al riparo durante le tempeste di sabbia.

 

 

Un’idea utopistica o una realtà futura?

 

 

Nonostante il nostro profondo desiderio di scoprire sempre di più su cosa circonda il nostro pianeta fuori nello spazio, l’eccitazione non deve prevenire il nostro senso di responsabilità e attenzione.

 

Per poter realizzare i nostri obbiettivi sarebbe bene prima imparare a volare e approcciarci all’universo intero con la giusta visione d’insieme. Nello sviluppare nuovi avamposti o colonie dovremmo imparare dai nostri errori e da ciò che abbiamo fatto qui per ottenere la redenzione e cominciare nuovamente da un’altra Terra.

 

Editor: Michael Singleton

Come visto su Fashion News Magazine

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Mars is without any doubts the next frontier of human exploration. We’ve already seen how Nasa and other private agencies are increasingly looking for a way out of the space trespassing idealistic barriers and heading towards new paths of expeditions.

Heading the stars has been a new perspective in our modern society, something that fascinates us the way only the old fairy tales used to do. Heading the space and researching life forms out of our environment is the clearest sign of how our society who does want to understand better how life works and what is its purpose after all.

Exploring Mars has always been more than a dystopian idea, after many expeditions with Mars rovers on the red planet surface Nasa is now developing specially equipped drones (yes they are those kinky copters you see on your neighbor’s garden from time to time) to better explore rough terrain.

The power of these little birds is in their higher maneuverability. They can indeed delve better into red surface and craves to understand the composition of many parts of the terrain whose are not reachable by the main-Rover.

The Mars flyer would be stored inside the Mars Rover and eventually deployed once landing process would be over, it would count on rechargeable batteries, it could even return to the rover in its appropriate mini-dock in order to be retrieved during storms.

A bright hope or a dystopian idea?

Nevertheless of our intense desire to know more by what surround us out in space, the excitement may fall apart very quickly if we don’t learn how to “fly” first and how to approach to space in a good manner.

 In the development of new outposts and colonies we should be learning from our mistakes of the past in order to redeem somehow, not committing to waste another Earth.

 

Editor: Michael Singleton

Come visto su Fashion News Magazine

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