Creme solari, le avvertenze sul loro riutilizzo

Con l’arrivo del caldo e l’avvicinarsi repentino del sole è bene cominciare a proteggere la propria pelle con le creme solari dai pericolosi raggi UV. Da evitare quindi fastidiose scottature che in alcuni casi possono portare gravi disturbi alla nostra pelle. 

Una particolare accortezza necessaria quando trattiamo la nostra cute con soluzioni schermanti è assicurarsi se queste siano o meno riutilizzabili, come spesso succede dopo un anno di distanza le soluzioni perdono le loro caratteristiche, prendendo ovviamente in considerazione l’estate passata come ultimo ipotetico utilizzo.

E’ davvero possibile dunque riutilizzare le soluzioni dopo che sono state messe da parte per un anno? 

La soluzione potrebbe essere proprio sotto i nostri occhi, spesso infatti sono i produttori stessi che scoraggiano l’utilizzo postumo del prodotto che superi circa 12 mesi di apertura. Si tratta spesso di una trovata aziendale per mettere in guardia i consumatori e risparmiargli eventuali problemi a livello dermatologico.

In casi che superano i 12 mesi è spesso attenzionabile un importante deficit protettivo del prodotto usato. Le creme solari oltre che a rappresentare quindi una inutile finta-barriera, diventano anche un pericolo per l’integrità della nostra pelle.

 

 

Le poche eccezioni che confermano la regola

Se è vero che poche eccezioni confermano la regola, vi sono nel mercato attuale diversi prodotti di varie marche che offrono la possibilità di riutilizzo delle soluzioni anche a distanza di tempi superiori ai sopracitati 12 mesi. Vediamo quando queste sono sicure per essere riutilizzate.

Attenzione dunque all’odore. Questo non deve assolutamente sembrare rancido o cattivo, un odore eccessivamente forte o fastidioso potrebbe essere il segnale di un deterioramento dei principi protettivi.

Per quanto riguarda l’aspetto e dunque la consistenza dovete essere sicuri che questa sia la stessa dell’ultima volta che avete beneficiato della soluzione. Un cambiamento di aspetto o di consistenza del prodotto potrebbe indicare una separazione degli elementi. Questa eventualità è riscontrabile nel caso in cui, versando il prodotto, esca prima l’olio e poi la parte “cremosa”. 

Il metodo di conservazione che sembra essere più efficiace resta il mantenimento delle soluzioni in luoghi asciutti e freschi lontano dall’incidenza solare.

Per tutti coloro che volessero optare per la bruciatura coraggiosa in vista di un veloce recupero della colorazione abbronzata consigliamo una moderata e graduale esposizione onde non esagerare nello stressare la nostra epidermide.

Editor: Michael Singleton

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