Specie in estinzione: la pernice bianca

 

Un tema urgente quello delle specie in via di estinzione, da affrontare e non rimandare come se ci fossero delle cose più importanti da fare!

Le cose da tenere d’occhio per salvare l’ambiente sono davvero tante, e meno male che ci sono persone come Fulvio Mamone Capria, Presidente della Lipu, in campo sin da piccolissimo, attivista nella protezione ambientale e forestale, in particolare nella protezione degli uccelli.

Ho avuto il piacere di intervistarlo qualche tempo fa (leggi qui), ed il suo spirito e la sua preparazione fanno venire voglia di appostarsi nei boschi assieme a lui ed ai volontari della Lipu.

Lo ospitiamo su Road to green 2020 per parlare della scomparsa della pernice bianca sulle Alpi, a causa dei cambiamenti climatici e, purtroppo, della caccia. 

Per chi volesse saperne di più sulla pernice bianca l’appuntamento è il 7 marzo 2018 per una Giornata di Studio presso il Museo Muse di Trento.

Barbara Molinario

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Foto: ufficio stampa Lipu – L. Sebastiani

In Italia, sull’arco alpino, vive un uccello che rischia l’estizione. E’ la pernice bianca. Cambiamenti climatici e caccia sono le cause del declino. 

Cambiamenti climatici

Lo sappiamo tutti, le Alpi sono sempre meno ricche di neve. Un grave problema per la pernice bianca, che in essa si mimetizza per sfuggire ai predatori. Tra cui anche l’uomo.

Nel settore alpino della nostra penisola, dove vive sulle cime più alte, tutto è avvolto nel gelo invernale. Molte specie, come la pernice bianca, sono preparate ad affrontare la stagione fredda anche in alta montagna, ormai deserta o quasi, attrezzandosi con un’imbottitura di soffice e delicato piumino bianco.

L’evoluzione ha infatti scelto per lei una strategia di sopravvivenza molto singolare: il mimetismo. Per le specie che hanno adottato questa strategia, lo sfondo di un candido manto nevoso non è un pericolo, perché hanno gradatamente mutato il loro mantello fino a confonderlo perfettamente con la neve. Oggi però quest’ultima non è più abbondante come una volta. E la specie corre il grave pericolo dell’estinzione.

Sull’arco alpino la pernice bianca rischia di scomparire per sempre. Non è ovunque così, perché la specie ha un areale “disgiunto”, frutto dell’ultima glaciazione, con popolazioni, oltre che sull’arco alpino, in Scandinavia, Scozia, Islanda, Svizzera e Austria.

Ma chi è il “killer” che potrebbe far sparire la bellissima pernice bianca dalle Alpi?  La risposta va cercata nei drammatici cambiamenti climatici in atto da tempo, nella loro recente e terribile accelerazione, che ha modificato le praterie, habitat d’elezione dell’uccello durante il periodo riproduttivo, dove ora crescono più arbusti e dove i larici si sono spostati a quote sempre più alte, impensabili solo alcuni decenni fa. Ciò costringe le pernici bianche a spostarsi verso altitudini maggiori. Ma c’è, come possiamo immaginare, un limite orografico. Oltrepassato il quale c’è solo l’abisso, e l’incubo della sua scomparsa.

C’è anche un’altra ragione per la quale la pernice bianca è molto sensibile al cambiamento climatico: gli inverni privi di neve, che espongono la specie ai predatori essendo il suo mutamento di colore già “programmato”, e non dipendente dalle condizioni meteorologiche. Per i predatori è fin troppo semplice scorgere un candido volatile in movimento tra rocce ed erbe ingiallite dal sole.

La caccia

Le modifiche ambientali causate dai cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature medie imporrebbe dunque una protezione totale della specie. Ma non è così, purtroppo. Nel nostro paese, infatti, la pernice bianca è ancora cacciabile dal 1° ottobre al 30 novembre. E questo, naturalmente, non aiuta a invertire il declino.

A parte la Regione Piemonte e la Provincia di Trento, in tutte le altre regioni e province autonome dell’arco alpino (Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia e Veneto) l’attività venatoria è ancora autorizzata. Proprio per questo motivo, la Lipu sta lanciando una campagna per escluderla dalle specie cacciabili.

Del resto, con la recente terza edizione di Birds in Europe (European birds of conservation concern: population trends and national responsabilities) BirdLife International non ha fatto che evidenziare il crescente allarme per la tutela della pernice bianca a livello europeo, classificandola come “Spec 3” (specie in declino, ma non concentrata in Europa), mentre pochi anni prima, nel 2004 (nel precedente compendio di Birds in Europe), la specie era ritenuta sicura.

A livello nazionale sia lo stato di conservazione valutato “cattivo” che la categoria in cui è inserita nella Lista rossa (Vulnerable), non fanno che confermare, anche a livello italiano, il grave stato di conservazione in cui versa la specie.

Tutto questo lo abbiamo raccontato con maggiori dettagli nel convegno che la Lipu ha dedicato ai cambiamenti climatici il 7 marzo al Muse di Trento.

Fra i tetraonidi che abitano le Alpi, la pernice bianca è quella che vive ad altitudini più elevate, oltre i 2mila metri, in zone impervie e rocciose, nelle praterie alpine ricche di pietraie, dove in ogni stagione sfrutta abilmente le sue caratteristiche mimetiche, unica difesa dallo sguardo acuto dei suoi predatori. E’ un animale bellissimo, elegante, forse la regina terrestre delle vette, ed è necessaria la sua ampia tutela.

Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-Birdlife Italia

Marco Gustin, responsabile Specie e ricerca Lipu-Birdlife Italia