Oggi 5 Giugno secondo ricorrenza ONU si festeggia il World Environmental Day, o meglio la giornata mondiale dell’ambiente. Questa giornata è stata ufficialmente indetta dall’Assemblea generale delle nazioni unite nel 1972.
Il tema che vede aprire la giornata di quest’anno è “Connetcing people to Nature“, connettere dunque le persone alla natura e all’ambiente, un titolo sicuramente 2.0 che ben si presta alla nostra società ormai immersa nelle nuove tecnologie. Oggi di fatto siamo tutti iperconnessi e “social” ma quanto potremmo dire lo stesso del nostro rapporto con la natura?
Da qui la domanda e dunque l’iniziativa, perchè mai come in quest’epoca c’è bisogno di sensibilizzare soprattutto le generazioni future, mai come adesso si sta dimostrando di vitale risoluzione ribadire la necessità di preservare e rivalorizzare la nostra natura, dunque il nostro pianeta.
Questa giornata segue di soli 3 giorni la dichiarazione di Trump di voler lasciare i trattati di Parigi, una coincidenza che può aiutare a riflettere. A riflettere su quanto l’opera umana stia portando sempre più alla deframmentazione sistematica di sistemi naturali ancestrali alla sopravvivenza delle specie senzienti.
E’ dura pensare che gli Stati Uniti una volta considerati baluardo solido dei valori occidentali si siano svincolati da un accordo che di fatto non era nemmeno un accordo economico ne tantomeno politico, quanto più un impegno per le generazioni future che rischiano di ereditare un mondo stanco e malato, afflitto dalle nostre decisioni.
Il documento tra le alte cose mirava a contenere il futuro aumento delle temperature medie globali entro i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.
Un accordo importante e totalmente unico data l’adesione congiunta di Russia e Cina nel prendere atto della situazione e avviare programmi diligenti nei confronti del pianeta sotto una visione comune. Anche Papa Francesco solitamente molto attento alle politiche sociali si era detto soddisfatto, ribandendo che la più grande risorsa è la nostra Terra, la Santa Sede ora ha esternato la delusione per gli intenti americani.
Nonostante l’evidenza ancora oggi, giornata mondiale dell’ambiente il dibattito sembra combattersi aspramente su due fronti; per alcuni infatti si tratterebbe di becero allarmismo e niente meno che complottismo per ridurre la potenzialità delle industrie occidentali, per altri a poter essere compromessa sarebbe invece la stessa natura (quindi anche noi, ndr) su questo ecosistema, data l’ingente quantità di sostanze tossiche immesse fin dalle prime rivoluzioni industriali nell’ambiente.
Un pensiero per il futuro
Se pensiamo bene ai recenti avvenimenti, come desertificazioni rapide e aggressive, trombe d’aria, alluvioni, uragani e tsunami è davvero difficile non dar conto alla seconda teoria, comunque al di là dei confronti questa giornata deve restare una giornata per riflettere.
La salute del nostro pianeta non può essere interesse esclusivo di pochi ma un bene comune da preservare insieme, è questo lo spirito che ha avvolto la confederazione della COP21 nel momento della firma sui patti di Parigi.
Questa è la nostra unica casa, in gioco c’è tutto. La nostra capacità di vivere sul pianeta Terra, ci sarà un momento nel futuro in cui i nostri figli ci chiederanno “a cosa stavate pensando? Perchè non hanno fatto nulla quando ne avevano la possibilità?” Nella migliore delle ipotesi queste domande non verranno proferite da alcuno dei nostri successori, ma nel peggiore dei casi, potremmo dover decidere prima una scusa valida.
Editor: Michael Singleton
Come visto su Fashion News Magazine
[:en]Today, on the 5th of June, the UN World Day is celebrated, or rather, the World Green Day. This day was officially announced by the United Nations General Assembly in 1972.
The main theme of the year is “Connecting people to Nature“, thus connecting people to nature and the environment, a solid 2.0 title that is well suited to our society now immersed in new technologies. Today, in fact, we are all connected and “socialized” but can we say the same when referring to nature?
Hence the question and therefore the initiative, because never as in this age there is a need to sensitize, above all, future generations, never as it is now proving vital resolution to reaffirm the need to preserve and evaluate our nature, therefore Our planet.
This day follows Trump’s statement of his commitment to leave the Paris agreement, a coincidence that can help us to reflect. To reflect on how much human work is increasingly bringing to the systematic defragmentation of ancestral natural systems for the survival of sentient species.
It is hard to think that the United States once considered a solid bastion of Western values quit from an agreement that in fact was not even an economic agreement nor political at all, but was instead a commitment to future generations that could inherit a tired and ill world That is hardly afflicted by our decisions.
The document among the top things aims at containing the future increase of global average temperatures within 2 degrees centigrade compared with pre-industrial levels.
An important and totally unique agreement given the joint accession of Russia and China in taking note of the situation and launching diligent plans for the planet under a common vision. Even Pope Francis, who was usually very attentive to social policies, was pleased to say that our greatest resource is our Earth, the Holy State has now outlived its disappointment due to American new intentions.
Despite the fact that even today, the world’s day of the environment, the debate seems to fight bitterly on two fronts; For some, it would be confusingly alarming and nothing but conspiracy to reduce the potential of Western industries, while others think that nature would be the compromised one on this new kind of industrial ecosystem, given the huge amount of Toxic substances we are spreading out since the first industrial revolutions.
This is our unique home. Our ability to live on Earth is at risk, there will be a moment in the future where our children will ask us “what were we thinking? Why did they nothing when they had the chance?” Best scenarios could be the one in which these questions will not be disclosed by any of our successors, but in the worst case, we may have to think a valid excuse beforehand.
Editor: Michael Singleton
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