Ogni anno, precisamente il 2 febbraio, si festeggia in tutto il mondo la “World wetlands day” meglio conosciuta come la Giornata mondiale delle zone umide.

Questa giornata di importanza internazionale è stata ideata dalla Convenzione di Ramsar nel 1971 nell’omonima città iraniana, con l’obiettivo di proteggere le risorse naturali composte da paludi, torbiere, acquitrini e distese di acqua.

Lo scorso anno con la Giornata mondiale delle zone umide è stato raggiunto un traguardo molto importante e significativo: 100 milioni di ettari protetti.

Un traguardo raggiunto anche grazie al sostegno da parte del WWF che nel 2014 ha salvato più di 6.600 ettari di zone umide in Bulgaria, Romania, Serbia, Ucraina e Ungheria.

Andrea Beckmann, direttore del Programma del Danubio-Carpazi del WWF ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è di preservare, ripristinare o gestire in modo sostenibile 2 milioni di ettari di ecosistemi d’acqua dolce lungo il Danubio e i suoi affluenti entro il 2025, garantire beni e servizi eco sistemici essenziali, dall’acqua pulita alla protezione dalle inondazioni, e rafforzare così la resilienza ai cambiamenti climatici”.

Nonostante i numerosi sforzi e azioni provenienti da numerosi associazioni, negli ultimi 40 anni abbiamo perso più del 40% delle zone umide.

Questo soprattutto a causa dei cambiamenti di uso del suolo dovuti alla manodopera dell’uomo che preferisce utilizzarli per scopi agricoli o di urbanizzazione.

Molte persone non sanno che queste zone svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione dell’ecosistema: controllano l’aumento del livello del mare, riducono l’impatto di disastri naturali e sono un importante fonte di acqua potabile.

Editor: Claudia Brizzi