Tessuti naturali: la seconda pelle della moda, intervista ad Ivana Pantaleo

 

In contrapposizione all’era del consumismo, dello spreco e dell’abuso ambientale, si sta diffondendo sempre più, nel mondo della moda, l’uso di tessuti realizzati da fiori e piante, o ricavati dagli scarti alimentari, per un approccio più consapevole e sostenibile all’uso di abiti e accessori.

Stiamo parlando di fibre tessili che fanno bene alla pelle, regalano benessere quindi, senza sacrificare il lato estetico. Ma, avreste mai pensato di poter indossare un tessuto derivato dalle fibre dell’ortica? Solo a pensarci viene il caratteristico prurito alla pelle, eppure non è così. La lana, il lino, il cotone e tutti gli altri tessuti di derivazione naturale, come appunto l’ortica, o il latte, per arrivare agli scarti delle arance, sono in accordo con il nostro corpo, permettendo, così, alle nostre energie di scorrere lungo il corpo senza tensioni o cattive sensazioni, e permettendo infine alla pelle di “respirare”.

Al fine di approfondire l’argomento e di dare risposte all’innata curiosità, abbiamo intervistato la stilista Ivana Pantaleo, che da tempo utilizza questo genere di tessuti eco-compatibili e che ci ha raccontato come realizza la sua linea di abbigliamento e quali sono i vantaggi nell’utilizzare le fibre naturali.

 

Quali tessuti utilizza?

Per quanto riguarda il mio primo brand NANA’E’EL by Nanaaleo, la scelta è stata, sin dal debutto nel 2011 ad Altaroma, basata sulle fibre naturali, quindi le fibre più antiche: il lino, la canapa, l’ortica, ma anche il cotone e le fibre animali come la lana e la seta, certificate cruelty free (quindi la “seta non violenta” nello specifico). Pertanto prevalentemente fibre che non hanno bisogno di lavorazioni e trasformazioni chimiche nel passaggio dalla pianta, o dall’animale, al filato. In questo modo anche le tinture vegetali hanno una resa migliore sul filo e sul tessuto. Ovviamente parliamo di materie prime con certificazioni tessili sia come bio ed eco, che cruelty free”.

 

Da dove provengono e come sono realizzati?

“Fortunatamente l’approvvigionamento e la richiesta di queste materie prime è migliorata ed aumentata. In parte qualcosa si produce anche in Italia, sebbene ancora la maggior parte dei filati provenga dall’estero e poi commercializzati o tessuti da aziende italiane.

Personalmente il mio impegno si basa anche sul recupero delle filiere agro-tessili attraverso progetti attivi, già da qualche anno, nel territorio pugliese da cui provengo”. 

 

Perché ha deciso di utilizzare queste fibre?

“Il primo obiettivo del brand è la sostenibilità ambientale e quindi anche etica. 

Si può dare una svolta alternativa alla moda tossica e violenta, a cui ci siamo abituati senza neppure esserne totalmente consapevoli. Si può ottenere una moda pulita, sia per l’ambiente sia per la nostra salute, e arrivare anche a raggiungere costi sostenibili”.

 

Quali sono i vantaggi nell’utilizzo di questo genere di tessuti?

“I vantaggi sono enormi. Siamo tutti vestiti quasi ventiquattr’ore al giorno, per trecentosessantacinque giorni all’anno. Pensiamo ancora che cambiare il sistema moda non sia “impattante” sulla sostenibilità ambientale e sociale?

Pensiamo ancora che le sostanze tossiche contenute negli abiti non interferiscano con il nostro sistema ormonale e neurologico oltre che con la nostra pelle?

Pensiamo ancora che terra, acque e animali non siano intossicati e uccisi da tali sostanze cancerogene e velenose che vengono diffuse come rifiuti nell’ambiente?

Pensiamo ancora che gli oggetti che ci circondano, quindi anche gli abiti che indossiamo, non condizionino il nostro stato psicofisico con la loro disarmonia e tossicità anche etica e che la catena produttiva non influenzi i prodotti stessi di cui facciamo consapevolmente o inconsapevolmente uso? Pensiamo ancora che sia “bello” un capo di abbigliamento realizzato da mani sfruttate e sottopagate, spesso anche di bambini?

Pensiamo ancora che sia “confortevole” e alla moda la pelliccia di animali morti e violati ingiustamente, solo per puro “gusto” e “lusso”?

Il vero LUSSO è riuscire a creare nuovi prodotti, in tutti i settori, che non causino sofferenza alcuna, né al pianeta, né agli animali, né alla nostra salute. Il vero lusso è avere la consapevolezza di indossare abiti realizzati in modo etico e che non creino rifiuti tossici, da cui siamo invasi e a causa dei quali ci stiamo ammalando, distruggendo la meraviglia che è la terra e la perfezione del corpo umano”.

 

Quali sono le caratteristiche principali di questi tessuti?

“Come natura insegna, questi tessuti naturali soddisfano tutte le “reali” necessità del nostro corpo. La lana ci protegge dal calore e dall’umidità e lavorata in un certo modo, anche dall’acqua, andrebbe pertanto anche usata d’estate per proteggerci dalle alte temperature. La canapa allo stesso modo scherma dal freddo e mantiene la temperatura corporea costante anche d’inverno. Come pure il lino, il cotone e l’ortica, la ginestra e altro ancora, a seconda della loro lavorazione sono freschi o caldi. La seta per giunta cura la pelle.

La natura ci ha dato tutto. Sta a noi trasformarla in armonia o distruggerla, distruggendo piano piano noi stessi.

Che ben vengano le nuove lavorazioni dagli scarti di frutta, cortecce o altri materiali naturali o “sintetici” che siano, purché non impattanti sull’ambiente e sulla salute e finché il gioco valga la candela. Ad un certo punto bisogna dare priorità alle necessità, e adesso la salvaguardia del pianeta, e quindi la nostra, è un’urgenza, non solo una necessità.

Per ogni problema c’è una soluzione.

Moda si, ma etica e sostenibile.

La bellezza sta già nella natura, bisogna solo coglierla e trasformarla come l’uomo che la rispetta, sa fare”.