Albero vero o di plastica? Cosa ci facciamo con le luci non funzionanti? Questo sono i tipici dilemmi di chi ama abbellire la propria casa durante il Natale. Ogni anno spendiamo decine di euro in nuove palline, nuovi luce, ciabatte che consentono di avere più luci accese, perché magari, il piccolo impianto che abbiamo comprato due anni prima smette di funzionare. Come smaltire tutti quegli articoli che non riutilizziamo? I rifiuti di apparecchiature elettriche (luci, computer, tastiere) rientrano tra i “Raee” e si portano in appositi centri di raccolta presenti in tutti i comuni sia grandi che piccoli. Come trovare il punto di raccolta più vicino? Semplice: esiste una App dal nome “L’Isola che c’è” creata dal Consorzio Ecolamp che indica la zona idonea alla raccolta più vicina. È utile ricordare come tutti i negozianti che vendono materiale elettrico e che hanno punti vendita superiori ai 400 metri quadrati sono obbligati per legge a ritirare piccoli oggetti elettronici senza che questo si traduca in aggravi di spese per il consumatore e per l’esercente.
Albero di natale vero o di plastica?
Sono circa sei milioni di nostri connazionali che recuperano il vecchio albero sintetico: solamente il trenta per cento opta per un abete naturale. L’abete di plastica, che sicuramente non sporca, ci costa decisamente di più anche a livello di impatto ambientale: basti pensare che la produzione di un abete di plastico prevede costi decisamente superiori (in termine di produzione e di trasporto) dell’albero naturale. Secondo Coldiretti, gli alberi di plastica arrivano dalla Cina e sono costruiti con polivinicloruro e polietilene tereflalato sostanze che rendono dispendiosa sia la costruzione dell’albero stesso sia il successivo ed eventuale smaltimento.
Per un singolo albero di Natale vengono emessi 23 chilogrammi di CO2 a cui si deve aggiungere l’emissione per il trasporto e lo smaltimento. L’albero naturale è coltivato in vivai, nelle serre, che emettono solamente 47 grammi di CO2 nell’atmosfera con il vantaggio che la pianta naturale ci restituisce ossigeno grazie alla fotosintesi clorofilliana. Impiantare un abete naturale, di certo, non è un’operazione semplice, tuttavia lo smaltimento dello stesso può essere utile per ulteriori piantumazioni dato che il compost creato costituisce un eccezionale fertilizzate.
Scrivi un commento