Si tratta di un parco marino nel Mare di Ross, in Antartide ed è la più grande riserva naturale della terra, zona protetta fino al 2052. Si estende per 1,55 milioni di chilometri quadrati e in 1,1 milioni di questi sarà vietata qualsiasi forma di pesca. L’accordo internazionale è stato firmato il 28 ottobre dopo cinque anni di trattative ad Hobart, in Australia, alla fine dell’incontro annuale della commissione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide (CCAMLR), che esiste nel 1982. La riserva sarà tale per 35 anni, a partire da dicembre 2017: nel 2052 si dovrà decidere cosa fare: prolungare o sospendere le misure di protezione. La creazione di questa zona era stata proposta dagli Stati uniti e dalla nuova Zelanda, ostacolati dalla Cina e dalla Russia che si servono di quelle acque per pescare. Niente paura per la quantità totale di pesce che può essere pescato: è solo vietato, infatti, pescare nelle zone più vicine alle coste dell’Antartide, nelle zone più importanti per la sopravvivenza dell’ecosistema, dove vivono i pesci più giovani.
“Il Mare di Ross – ha spiegato Enric Sala, biologo marino a capo del progetto di protezione degli ecosistemi marini Pristine Seas, finanziato dal National Geographic – è probabilmente il più grande oceano libero dall’interferenze umane sul nostro pianeta. Un luogo quasi inesplorato, pieno di animali selvatici come pinguini imperatore, foche leopardo, balenottere minori e orche. Uno di quei rari luoghi dove governano gli animali di grossa taglia e dove invece gli esseri umani sono solo i visitatori”.
Sono oltre 16 mila le specie di animali che abitano la porzione di oceano interessata: pinguini, foche, balene, crostacei di vario tipo.
Oltre ad essere un habitat meraviglioso per la fauna, l’oceano australe produce il 75% delle sostanze nutrienti su cui si basa il sostentamento di tutti gli oceani. L’assenza dell’uomo nell’area e la mancanza di inquinamento hanno fatto guadagnare al mare di Ross l’appellativo “ultimo oceano”. A causa della crescita esponenziale della pesca, però, l’oceano meridionale ha iniziato a perdere il suo status di luogo incontaminato.
Anche per questo il nuovo accordo si pone come una misura preventiva verso i rischi della pesca selvaggia e verso ulteriori danneggiamenti di questo ecosistema marino. Una grande vittoria dal punto di vista dell’ecologia.
Editor: Giusi Rosamilia
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