Un anno dopo la tragedia: la situazione del centro Italia dopo il sisma

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Un anno dopo il violento sisma che scosse il centro Italia, la situazione non sembra molto cambiata. Si voglia incolpare la burocrazia o la lentezza istituzionale nel risolvere la turbolenta situazione di centinaia di famiglie in difficoltà, le statistiche preoccupano, specie se si considera che ad un anno dall’accaduto ancora una quantità di 1.280.000 tonnellate giace sui territori colpiti.

Tra questi, Lazio e Marche registrano le perdite più ingenti, che si concentrano a loro volta nei comuni e nelle frazioni di Amatrice e Accumoli. Le tonnellate raccolte fino a Luglio erano appena il 7,7% del totale complessivo. 

Eviteremo però di evidenziare oltre una situazione critica, ci asterremo dal commentare le decisioni intraprese nell’arco politico dell’ultimo anno che hanno visto tanti cambi gestionali, sicuramente poco favorevoli alla materia pratica e alla risolutezza della questione. Ci soffermeremo invece, proponendo un nuovo punto di vista nel cercare di provare a vedere come interventi mirati e nuove iniziative possano accelerare gli interventi di ripristino delle comunità.

Come intervenire dunque? Ecco delle soluzioni che potrebbero aiutare. 

Accelerare le demolizioni struttrali

Sicuramente procedere alle demolizioni struttrali coinvolgendo il Genio Civile non basterà, proprio per questo motivo la stessa Legambiente, in una nota specifica, ha espresso come i Comuni debbano mettersi insieme per iniziare una scala di lavori intercomunali, riducendo quindi la quantità di gare per gli appalti e ulteriori iter procedurali. 

Maggiore trasparenza e accessibilità alle informazioni

Nessuna regione ha ufficialmente reso accessibile le informazioni sulle raccolte delle macerie, Legambiente ha chiesto proprio per questo motivo l’istituzione di una unità di monitoraggio che tracci gli spostamenti di macerie pubbliche e private. 

Riorganizzazione Logistica con siti temporanei e trasporto

Organizzare piccoli centri fuori le città per smaltire meglio le macerie e gestire il traffico dei camion potrebbe aiutare a liberare prima gli spazi. Gli inerti costituiscono almeno il 98% delle macerie depositate sul posto. Una demolizione di qualità degli inerti, come prevista dalle Linee Guida europee per la gestione dei rifiuti da demolizione, potrebbe evitare il passaggio dal sito di deposito temporaneo.

Sostenere la raccolta dei beni di interesse culturale

L’interesse è quello di rivalorizzare l’aria nell’immediato futuro con squadre di competenze Mibact e dei gruppi della protezione civile per i Beni Culturali. Sarebbe ottimo iniziare ad avviare un piano di gestione dei depositi temporanei per recuperare le opere colpite e magari reintegrare le stesse in un percorso di restauro che veda la rivalorizzazione dell’intera area.

Editor: Michael Singleton

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