Professor Vito Trojano: “Solo la prevenzione e l’educazione possono fermare la violenza sulle donne”
Il presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia richiama l’importanza della formazione nelle scuole e del ruolo dei medici come primo presidio di ascolto e prevenzione
Nel corso della conferenza “Voci e Azioni contro la violenza di genere”, tenutasi nella Sala Tatarella della Camera dei Deputati, il professor Vito Trojano, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, ha offerto una riflessione di grande valore clinico e sociale sul ruolo dei medici, in particolare dei ginecologi, come primi osservatori e interlocutori di tante donne vittime di abusi e maltrattamenti.
“Il fenomeno della violenza sulle donne si manifesta spesso dove è più difficile vederlo, nelle mura domestiche. Il ginecologo è spesso il primo a raccogliere i segnali di disagio, perché le donne si rivolgono a noi in cerca di cure, ma dietro una richiesta sanitaria può nascondersi una richiesta di aiuto.” Trojano ha spiegato come la violenza non si limiti alle aggressioni fisiche, ma sia un fenomeno complesso e strutturato, che può assumere forme psicologiche, economiche, relazionali, con danni profondi e prolungati nel tempo.
Ha ricordato che in Italia sono oltre 88.000 i casi accertati di mutilazioni genitali femminili, un dato che richiama alla necessità di un’azione educativa e preventiva non solo sanitaria ma culturale. “Il tema del rispetto e della non violenza deve essere introdotto già alle scuole medie e superiori. Lo facciamo per le malattie sessualmente trasmissibili, per le campagne di vaccinazione, per la fertilità, e dobbiamo farlo anche per la cultura del rispetto dell’altro.”
Il professore ha insistito sull’importanza di costruire un dialogo con i giovani, capace di formare una nuova coscienza collettiva: “Solo così potremo creare cittadini consapevoli, capaci di riconoscere i segnali di disagio e di intervenire. I ragazzi devono essere coinvolti non solo come destinatari, ma come protagonisti di un cambiamento che parte dalla conoscenza e dalla responsabilità.”
Sul fronte medico e istituzionale, Trojano ha richiamato l’attenzione sul ruolo dei consultori e sulla necessità di una formazione adeguata per il personale sanitario, per poter cogliere i segnali indiretti di violenza anche quando le donne non riescono a parlarne apertamente. “Spesso le pazienti non raccontano tutto, ma i loro gesti, i loro silenzi, le loro esitazioni parlano per loro. Il compito del medico è saper leggere quei segnali, comprendere ciò che non viene detto e attivare i percorsi di protezione e sostegno.”
Ha poi annunciato la pubblicazione del volume “Sulle donne – Il ruolo dei consultori”, un nuovo progetto che raccoglie linee guida, casi studio e raccomandazioni operative per aiutare i professionisti a individuare precocemente situazioni di rischio e a costruire una rete di tutela efficace.
“Il nostro obiettivo non è solo curare le ferite, ma evitare che accadano. La prevenzione è più lunga, più difficile, ma è l’unica via per ridurre davvero il fenomeno. Non basta intervenire quando la violenza è già avvenuta, dobbiamo agire prima, attraverso l’educazione e la cultura del rispetto.”
Il professor Trojano è inoltre uno dei docenti del corso Legal Love, il progetto di educazione e prevenzione promosso da Road to green 2020 e rivolto agli studenti delle scuole superiori. I suoi interventi, chiari e professionali, riscuotono sempre un grande successo tra i ragazzi, che trovano nelle sue risposte dirette e competenti uno spazio libero dove affrontare anche le domande più scomode.
Trojano ha concluso il suo intervento con un appello all’unità tra istituzioni, sanità e società civile: “Solo insieme possiamo costruire un mosaico che porti a una vera soluzione. Ogni passo avanti, anche il più piccolo, è parte di un grande disegno collettivo contro la violenza.”
Barbara Molinario, presidente di Road to green 2020, ha commentato:
«Il contributo del professor Trojano ci ricorda quanto sia fondamentale unire la dimensione clinica e quella educativa. L’ascolto, la formazione e la prevenzione devono camminare insieme, perché il rispetto nasce dalla conoscenza e dalla consapevolezza. Con il progetto Legal Love continuiamo a portare questo messaggio nelle scuole, dove ogni parola può diventare il primo passo per salvare una vita.»
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