Il rosmarino è erba dei ricordi: migliora la memoria del 15%

Lo dice la scienza, lo dicono i proverbi. Dunque giù a sniffare, che ci passa anche il cattivo umore. Ma andiamo per gradi. La pianta del rosmarino la conoscete tutti. Basta annusarne l’aroma per ritrovare l’ottimismo. Perché il suo odore potenzia le prestazioni del nostro cervello. Eh no, non ridete increduli, piuttosto provate! Vi vedo, state ancora sorridendo, ma il merito è tutto dell’ 1,8-cineolo, una sostanza contenuta nell’olio essenziale di rosmarino e anche in piante simili come la salvia, la menta peperita e l’alloro. Provate dunque: metteteli sul vostro balcone, non all’ombra però. 

Il rosmarino, come le altre aromatiche, è perfetto da usare anche in cucina per condire le pietanze. Ma prima di ridurlo in poltiglia come aroma per insaporire i piatti del giorno, “sniffatene” un po’. 

I componenti del rosmarino, assorbiti nel sangue attraverso il passaggio dai polmoni, arrivano al cervello dove agiscono sulla chimica dei neuroni. 

A questo tour odoroso c’era già arrivato nel 1600 lo scrittore William Shakespeare quando, nell’Amleto, aveva fatto dire a Ofelia “ecco del rosmarino, è per la rimembranza”, mentre ne offriva un rametto a Laerte. Ora, senza scomodare il padre della commedia, pensiamo agli scienziati capitanati da Mark Moss che, a Nottingham, hanno presentato i loro test che confermano come il rosmarino aiuti a ricordare: i componenti dell’aroma vengono assorbiti nel sangue attraverso il passaggio dai polmoni e arrivano al cervello dove agiscono sulla chimica dei neuroni. Per annusare la pianta antismog, stimolante e antibatterica, ultimamente salita alla ribalta dei consumi perché arresta la caduta dei capelli, si può respirare a pieni polmoni come facessimo i suffumigi, direttamente sui rami. Oppure si può usare l’oleolito di rosmarino: se volete farlo prendete 100g di foglie (aghetti) di rosmarino fresco e fate macerare in  500 ml di olio extravergine di oliva. L’Evo deve ricoprire gli aghetti. Al sole diretto il giorno, al buio la notte. In un vaso di vetro; aperto il giorno, chiuso la notte. Dopo una settimana, filtrate e l’oleolito da spalmare sulla pelle (non esposta ai raggi diretti del sole) è pronto.

 

 

 

 

Consigli

Non starò a elencare tutti i modi per trasformare e usare questa pianta che si adopera tutto l’anno e si può moltiplicare sempre, anche se, dovendo scegliere il periodo, l’ideale sarebbe prendere i primi 15 centimetri della punta quando non è in fiore, lasciandone un timidissimo pennacchio attorno al ramo, denudato dalle foglioline (per almeno 10 centimetri). Avendo cura di inserirlo in una mix di terriccio con sabbia e terra, ricordandosi di schiacciare con un sasso o un martello la parte che infilate nel terreno. Dando acqua quanto basta. Tempo 15 giorni e la talea dovrebbe dar segni di ripresa vegetativa, altrimenti non vi resta che ritentare. 

Io nel mio Fair Play Garden il rosmarino lo uso anche per farne l’acqua celeste: esatto, la “rosemary water”, in pratica un decotto ottenuto facendo bollire in acqua il rosmarino, poi filtrato. Rigenera le punte dei capelli. Altra cosa è usare quest’acqua per far ricrescere i capelli, sani e robusti: sbagliato, perché in quel caso ci viene in aiuto il massaggio che attiva la microcircolazione locale e stimola i follicoli come molte altre soluzioni topiche.

 

A cura di Roberta Maresci

Fairplay Garden