Daniela Bricca e Manuela Moreno: “Difendere il volto delle donne. L’intelligenza artificiale non può diventare strumento di violenza”
La giornalista RAI Daniela Bricca e la conduttrice Manuela Moreno denunciano l’abuso dell’immagine femminile online e l’urgenza di nuove tutele contro la violenza digitale
Alla conferenza “Voci e Azioni contro la violenza di genere”, svoltasi nella Sala Tatarella della Camera dei Deputati, la giornalista RAI Daniela Bricca, moderatrice dell’incontro, ha aperto un intenso dialogo con la conduttrice Manuela Moreno, volto noto del TG2, sul tema della violenza digitale e dell’abuso dell’immagine femminile attraverso l’intelligenza artificiale.
Bricca ha ricordato come la tecnologia, se mal utilizzata, possa trasformarsi in una nuova forma di aggressione, invisibile ma profondamente lesiva della dignità delle donne. “Viviamo in un’epoca in cui le immagini vengono manipolate, prima con i fotomontaggi, oggi con l’intelligenza artificiale, che le rende credibili, perfette, indistinguibili dal vero. È una violenza subdola e pericolosa, perché colpisce l’identità stessa della persona.”
La giornalista ha citato l’iniziativa promossa dall’Associazione Giornaliste Italiane (GiULiA), di cui fa parte insieme a Manuela Moreno, che ha organizzato un flash mob con lo slogan “Non con la mia faccia”, per denunciare l’uso distorto e violento delle immagini femminili. “Dobbiamo dire basta a questa forma di violenza che invade la nostra sfera privata e professionale, che trasforma i volti delle donne in strumenti di offesa. Serve una presa di posizione forte da parte delle istituzioni, delle piattaforme digitali e dei media.”
A prendere la parola è stata poi Manuela Moreno, che ha condiviso la propria esperienza personale di vittima di deepfake e di attacchi sessisti online. “È un malcostume che va avanti da vent’anni. All’inizio erano fotomontaggi grossolani, oggi l’intelligenza artificiale li rende realistici, difficili da smentire. Mi sono trovata su siti pornografici, con il mio volto sovrapposto a corpi nudi, e la gente mi scriveva accusandomi di incoerenza: ‘prima ti mostri così, poi ti lamenti’. È un cortocircuito imbarazzante e devastante.”
La giornalista ha raccontato come, nonostante le denunce e gli anni di battaglie legali, il fenomeno continui a diffondersi, segno che la tecnologia evolve più velocemente delle norme. “Ho denunciato più volte, ho parlato pubblicamente, anche nella mia trasmissione Filo Rosso. Ma ogni volta si ripete. C’è ancora chi vuole insegnarci come raccontare la violenza che subiamo, e questo è inaccettabile. Decidiamo noi come parlare di noi stesse, del nostro corpo, del nostro lavoro.”
Moreno ha ricordato anche il sostegno ricevuto da colleghe come Paola Ferrari e da molte giornaliste italiane che hanno deciso di esporsi insieme, mostrando pubblicamente i fotomontaggi per creare empatia e consapevolezza. “Solo guardando queste immagini si può capire davvero cosa si prova. Non è solo umiliazione, è una ferita alla propria identità. Serve una risposta collettiva, forse anche una class action, perché nessuna donna deve sentirsi sola davanti a una violenza di questo tipo.”
La conduttrice ha poi rivelato che la RAI sta valutando l’ipotesi di un’azione legale collettiva per tutelare le proprie giornaliste e i volti femminili del servizio pubblico. “È il momento di agire insieme, perché questa non è una battaglia personale, ma una questione culturale. Su queste piattaforme ci sono donne di ogni tipo: giornaliste, politiche, studentesse, madri, casalinghe. Nessuna è al sicuro.”
Concludendo il dialogo, Bricca ha sottolineato la necessità di un intervento normativo e culturale: “La tecnologia corre più veloce della legge, ma non possiamo restare fermi. Serve educazione digitale, consapevolezza e una rete di solidarietà tra donne e uomini, perché la dignità non si difende da sole.”
Barbara Molinario, presidente di Road to green 2020, ha commentato:
«Le parole di Daniela Bricca e Manuela Moreno ci ricordano che la violenza cambia forma ma non sostanza. La violenza digitale è oggi una delle sfide più urgenti da affrontare, perché colpisce l’identità e la libertà delle donne. Con Road to green 2020 e con il progetto Legal Love vogliamo insegnare ai giovani a usare la tecnologia in modo etico, a riconoscere i limiti del rispetto e a costruire una cultura digitale fondata sulla responsabilità e sull’empatia.»
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